Italy Acqua

Italy Acqua

La tragedia del Laconia
“ITALY ACQUA”
LA TRAGEDIA DEL LACONIA
Moglia –  Sabato 12 settembre
ore 21.00 – Teatro Mondo Tre
 
Sabato 12 settembre al Teatro Mondo Tre vedrà ufficialmente la luce “Italy Acqua”.
Nella serata organizzata dalla Pro Loco “Pompeo Coppini“, in collaborazione con il comune di Moglia, a partire dalle 21.00, sarà proiettato il documentario, della durata di 50 minuti.
Nato da un’idea di Mario Sala, l’opera è stata pensata per rivolgersi in modo particolare ad un pubblico di studenti e narra le vicende dell’affondamento del transatlantico Laconia raccontate dall’ultimo dei sopravvissuti, il mogliese Angelo Ferraro il nonno di Mario.
Era proprio il 12 settembre 1942 quando, intorno alle 20, la nave britannica Laconia, sulla quale Angelo Ferraro ed altri tre bersaglieri mogliesi (Giacinto Bassani, Saverio Consolini e Francesco Fornasari), nonché il quistellese Arturo Bellintani fatti prigionieri nella prima battaglia di El-Alamein, fu colpita da due siluri partiti dal sommergibile tedesco U-Boot 156. All’incirca 1850 prigionieri italiani furono stipati e rinchiusi nelle stive della nave e al momento dell’affondamento venne impedito loro di tentare di salvarsi aprendo il fuoco sulle prime file di soldati ammassati contro le grate chiuse a chiave. Angelo Ferraro che riuscì ad uscire da quella prigione di ferro cercò, una volta sul ponte, di calare una scialuppa assieme ad alcuni connazionali, ma i soldati polacchi, dopo averlo colpito alla schiena, gli urlarono: “Italy acqua!”, facendo capire che per gli italiani non c’erano scialuppe e che doveva gettarsi fra le onde dell’Oceano. Il caporale Ferraro non si perse d’animo e si tuffò, sopravvivendo con tenacia per due giorni attaccato ad un’asse di legno, venendo tratto in salvo proprio dallo stesso U-Boot che li aveva silurati. L’affondamento del Laconia provocò, solo fra gli italiani, a bordo circa 1400 vittime, un numero pressoché simile a quello del Titanic. Ciononostante, questa vicenda non ha lasciato in Italia un’impronta profonda nella memoria storica collettiva. Angelo Ferraro classe 1919 è forse l’ultimo fra i 400 superstiti di questa tragedia.
Il documentario è stato realizzato attraverso numerose collaborazioni: dal fotografo Gianni Bellesia all’assessore alla cultura del comune di Moglia Maurizio Malagoli, dal giornalista e scrittore Donatello Bellomo al regista teatrale e video Roberto Pavani di Zerobeat, dall’attore e doppiatore Riccardo Rovatti, a tutti i donatori privati che hanno raccolto gran parte dei fondi necessari attraverso una campagna di microfinanziamento dicrowdfunding.
La vicenda dell’affondamento del Laconia racchiude in sé tutte le contraddizioni, il dolore e l’orrore della guerra. L’ambizione del documentario è rendere giustizia, attraverso la rievocazione storica e la divulgazione, a tutte le giovani vite spezzate inutilmente in quella che rimane la più grande tragedia navale della Seconda Guerra Mondiale. L’argomento, infine, è quanto mai attuale, dal salvataggio dei naufraghi fino ai fatti di cui si legge ogni giorno, fornendo degli strumenti alternativi per la maggiore comprensione della crudeltà di ogni guerra, senza distinzione di sorta, e di tutte le tragedie del mare.