Nel logo dell’associazione è stato inserito il bucaneve, il primo fiore a sbocciare dopo l’inverno.
Alcune delle realizzazioni che hanno visto coinvolto praticamente tutto il paese, facendone conoscere e stimare oltrechè in Lombardia (“Recitarcantando” con sponsor la Regione stessa) il Veneto (visite ed attestati di stima in più riprese dell’allora direttore degli allestimenti scenici dell’Arena di Verona, l’architetto Vittorio Rossi) e l’Emilia Romagna (tramite “Gli amici della Lirica” che vollero Teratrocosì e le sue realizzazioni in diversi centri fra cui Carpi, Scandiano, Guastalla, Correggio ecc.). Con la tecnica del Play-Back, realizzando in casa scene e costumi furono allestite, infatti, nientemeno che opere liriche fra cui due edizioni di Rigoletto (G. Verdi), tre di Cavalleria Rusticana (P. Ma scagni), due edizioni di Tosca (G. Puccini), i Pagliacci (R. Leoncavallo), Il Barbiere di Siviglia (G. Rossigni), La Boheme (G. Puccini).
Intercalate ad esse, furono realizzate anche commedie dialettali che, assieme alle Opere liriche, furono rappresentate negli anni in decine di repliche. Grazie alle innumerevoli trasferte, tutte segnate da indiscusso plauso, Teatrocosì era cresciuto e diventato perciò “famoso”. Citiamo le più significative: Chi da nualtar la taca mia (F. Campogalliani), Callisto Miseria (U. Spadoni-W. Marescotti), l’anima Travasada (G. Bestini), La fortuna l’è sorda (R. Zago), L’hotel del libero scambio (G. Feydeau) La conferma della fama raggiunta, si ebbe con le migliaia di persone che parteciparono alla “Estate sull’aia”, un appuntamento annuale cresciuto in modo esponenziale che, grazie alla disponibilità delle Sig.re Metella ed Emanuela Roveri veniva ripetuta ogni anno presso la loro accogliente corte agricola. Del tutto autosufficiente, Teatrocosì si attrezzò per il meglio, sia nelle cucine, che negli spazi esterni ed il “colpo d’occhio”, l’atmosfera ricreata, la fantasia di queste feste, è rimasta nel cuore di tutti.